Centinaio: “Le spiagge in Italia non sono un bene limitato”

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“Dopo averlo detto per anni, finalmente abbiamo la certezza che le spiagge in Italia non sono un bene limitato. Grazie alla mappatura del MIT, gli stabilimenti balneari esistenti possono continuare a lavorare e altri potranno investire. Ora il governo approvi rapidamente le norme”, così il Vice Presidente del Senato, Gian Marco Centinaio sulla quastione balneari e direttiva Bolkestein.

“In assenza di scarsità di risorse, viene meno uno dei presupposti dell’applicabilità della direttiva Bolkestein, quindi l’obbligo di mettere a gara le concessioni in essere”, gli fanno eco Deborah Bergamini e Maurizio Gasparri.

“Per noi – ha dichiarato il presidente del Cna balneari di Ravenna e Cervia, Bruno Borghetti – questo dato conferma quello che diciamo da molti anni: la risorsa naturale disponibile non è scarsa e non si deve applicare, quindi, a questo settore la direttiva ‘servizi’ che costringerebbe le concessioni esistenti a nuove gare dopo il 2024. Chiediamo con forza al Governo italiano di utilizzare questi numeri nella contrattazione con Bruxelles, come carta decisiva per evitare di mettere a gara tutte le concessioni attuali, limitando le procedure solo ai tratti di costa liberi. E fermando molti comuni marittimi che si stanno muovendo a macchia di leopardo, creando una situazione ingestibile e profondamente ingiusta per il mondo dell’impresa turistica balneare”.

Queste dichiarazione arrivano a seguito dei dati diffusi relativi alla mappatura delle coste italiane il cui risultato è che soltanto il 33% delle aree demaniali è dato in concessione dallo Stato ai balneari contro un 67% di spiagge libere.

Il tavolo tecnico, istituito per determinare la scarsità o meno della risorsa naturale disponibile presso la Presidenza del Consiglio, ha concluso il suo lavoro ed è emerso, con estrema chiarezza, che la “risorsa spiaggia” non è assolutamente ‘scarsa’ e, di conseguenza, il governo non ha alcun obbligo di applicare la direttiva che obbliga alla messa a gara degli arenili.

Ovviamente, almeno per il momento, non spariscono del tutto le incertezze per i balneari, anche se da attendibili fonti di centro-destra trapela la volontà, dopo questo dato, di muovere i primi passi per una proficua discussione con la Commissione Ue.

Si profila all’orizzonte un nuovo scontro politico con l’Ue – l’Italia attualmente è sotto procedura di infrazione da parte di Bruxelles – le cui richieste sono ben chiare: “Assegnazioni con selezione aperta, pubblicata e basata su criteri non discriminatori, trasparenti e oggettivi”.

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