Il Giappone non tornerà mai più alla produzione e al consumo di massa di 30 anni fa, prima della crisi seguita alla ‘bolla speculativa’ di fine anni ’90. Nessun’altra azienda sarà una nuova ‘Sony’ o ‘Toyota’. Per nostra fortuna per abbiamo un patrimonio culturale millenario che, a differenza di quello dell’Italia, non è ancora così conosciuto. Prima della pandemia stavamo per raggiungere la cifra record di 40 milioni di turisti in un anno: stiamo a vedere”. E’ ottimista Shunichi Tokura, commissario per gli Affari culturali del ministero della Cultura giapponese. Settantatré anni, violinista dall’età di quattro, compositore pluri-premiato e da tempo impegnato per la difesa dei diritti dei compositori musicali col pallino del diritto d’autore, Tokura è a Roma per partecipare al G20 della Cultura. A Tokyo intanto proseguono le Olimpiadi, che hanno visto una scintillante cerimonia di apertura che permette a Tokura di osservare: “Avete visto le varie danze, musiche ed esibizioni che si sono susseguite? Ognuna di quelle rappresenta un pezzetto del nostro poliedrico panorama tradizionale“. All’agenzia Dire, il commissario racconta che uno dei principali obiettivi che il suo ministero sta portando avanti è proprio la “mappatura” di tale patrimonio: “Il governo vuole esplorare la miniera di tradizioni, culture, artigianato che da centinaia di anni esistono in Giappone ma che ancora nessuno ha riconosciuto. Abbiamo fatto nostro questo compito, e così chiediamo alle persone di venirsi letteralmente a presentare per scoprirle e creare un database”.
Si va dalle migliaia di ricette e tradizioni culinarie, alle decine di modalità di produzione del sakè, ai balli e alle maschere tradizionali, fino alle piccole comunità incastonate nelle zone rurali o nelle isole. “Se prima si parlava del Grande Giappone- continua Tokura- oggi è chiaro che non abbiamo una cultura uniforme: siamo una piccola isola che da nord a sud è ricca di tradizioni e storie stratificate nel tempo, che vanno preservate“. E’ anche con questo spirito che è stata organizzata Japan Expo, la fiera della cultura giapponese che, a causa della pandemia, è stata rinviata al 2022, dal 14 al 17 luglio prossimi presso il Parc des Expositions di Parigi. “Intendiamo mostrare al mondo la tradizione, ma anche la modernità: abbiamo una nuova generazione di artisti digitali ad esempio estremamente creativa” continua il commissario, e forse è anche pensando a loro che il primo ministro Yoshihide Suga intende istituire a settembre il ministero per il Digitale: “In quel mese ci saranno anche le elezioni però, il governo cambierà” avverte il Commissario. A cambiare tuttavia, non sarà la naturale attitudine dei giapponesi di “osservare le esperienze culturali in giro per il mondo, digerirle e farle proprie”. Come nel caso del “bel canto”: “I giapponesi adorano l’opera- assicura il compositore- ma a causa della nostra conformazione fisica, che non ci permette di avere le corde vocali ampie come voi italiani, non avremo mai un ‘Pavarotti’. Eppure, cantiamo“
(fonte : Agenzia Dire – www.dire.it)