Riceviamo e pubblichiamo.
L’innalzamento delle temperature mette in allerta le città siciliane, con i termometri che hanno quotidianamente superato i 40 °C molteplici sono le criticità riscontrate: dai persistenti scompensi di fornitura di acqua e corrente elettrica nel territorio etneo; all’alta pericolosità per rischio di incendi su Palermo, Trapani ed Enna. «Quelle finora considerate temperature eccezionalmente elevate, quindi superiori a 35°C, in Sicilia sono diventate così persistenti da mettere seriamente a rischio la salute della collettività – afferma Pieremilio Vasta coordinatore regionale di Rete Civica della Salute – auspichiamo una riconversione infrastrutturale e dei modelli economici, affinché queste condizioni climatiche possano diventare in futuro fonti sostenibili di energia per la comunità. I fenomeni climatici estremi stanno provocando gravi disagi, sono causa di malori e innalzano anche il rischio di infortuni sul lavoro con squilibri idrominerali, sincopi, crampi da calore ed elevati livelli stress. Per tutelare la salute dei cittadini siciliani e, nello specifico, dei lavoratori bisogna intervenire sui modelli organizzativi aziendali: è doveroso valutare precauzioni e procedure d’emergenza, così come si è fatto durante la pandemia, attivando laddove è possibile lo smartworking e nei settori più esposti come che prevedono attività all’aperto o in luoghi non idonei e non rinfrescati, va operata la diversa modulazione degli orari di lavoro, fermando tutte le attività nelle ore più calde. Nelle strutture sanitarie tenute a garantire il massimo della performance, si attivino le dovute procedure previste nei regolamenti per tutelare il personale fragile. Per gestire al meglio l’emergenza si rispetti il codice calore – istituito il 17 luglio dal Ministero della Salute – a supporto dei Pronto Soccorso, degli ambulatori territoriali 7 giorni su 7 e h12 per accessi relativi agli effetti del caldo, con potenziamento del servizio di guardia medica e la riattivazione delle USCAR – le Unità di continuità assistenziali impiegate durante il Covid – per favorire l’assistenza domiciliare ed evitare l’accesso inappropriato ai Pronto Soccorso». Il “codice calore” prevede un percorso assistenziale preferenziale e differenziato con precise raccomandazioni per i pazienti che manifestano evidenti segni e sintomi causati da malesseri legati alle elevate temperature. Intanto nei diversi territori i sindaci siciliani sono in guardia, affiancati dalla Protezione Civile Regionale, al fine di verificare e segnalare le criticità relative alle strutture socio-sanitarie, ai pozzi di acqua potabile, alle famiglie con anziani e bambini senza acqua o senza corrente elettrica. «La Rete Civica della Salute – conclude Pieremilio Vasta – nelle sue articolazioni provinciali è impegnata a mediare la comunicazione tra cittadini e autorità a tutela soprattutto di coloro che versano in gravi condizioni di salute ed invita la comunità ad adottare tutti i comportamenti utili a prevenire malesseri provocati dal caldo rovente».
(I-press.it)