Tracce di Dna sono state isolate sul corpo e sugli indumenti di Pierina Paganelli, la 78enne testimone di Geova uccisa la sera del 3 ottobre nel garage del condominio di via Del Ciclamino a Rimini.
I test, in particolar modo quelli considerati irripetibili per la scarsa quantità di cellule reperite, verranno eseguiti con le garanzie di legge dal laboratorio di medicina forense dell’Università di Ancona, al momento in cui vi saranno iscrizioni nel registro degli indagati.
Il Dna isolato sul corpo e sugli indumenti della pensionata uccisa con 29 coltellate, sarà comparato quindi con quello dei sospettati e con quello estratto dalle campionature ematiche e non solo effettuate sulla scena del crimine dalla Polizia Scientifica di Roma.
Dal Dna quindi potrebbe arrivare una prima e importante conferma di ciò che è accaduto la sera del 3 ottobre scorso. Inoltre con gli interrogatori che verosimilmente si terranno nel weekend della figlia di Manuela Bianchi (la nuora che la mattina del 4 ottobre ha trovato il cadavere di Pierina), il fratello Loris e il vicino di casa nonché amico intimo della nuora, Louis Dassilva, si potrebbe chiudere il cerchio e vedere le prime iscrizioni nel registro degli indagati.
L’indagine che ad un mese esatto dalla morte di Pierina rimane contro ignoti si concentra sempre più nettamente nell’ambito familiare e sui rapporti tra nuora, suocera e i figli di questa. In particolare, la trasmissione ‘Ore 14’ di Milo Infante ha mandato in onda l’audio di un messaggio datato 27 settembre di Loris Bianchi, fratello della nuora Manuela, al marito di questa, Giuliano Saponi, figlio della vittima. Nel messaggio si fa riferimento a comportamenti e abitudini di Giuliano di parlare dietro le spalle con “sentenze e giudizi”.
Al messaggio vocale, Giuliano, che in quei giorni era ancora ricoverato per le conseguenze di un inspiegabile incidente stradale, risponde dicendosi di fatto cambiato.
(ANSA)