È tutto pronto per il Processo del 10 agosto a San Mauro Pascoli (Forlì-Cesena), che vedrà salire sul banco degli accusati uno degli avvenimenti centrali della storia a cavallo tra due secoli: la Rivoluzione Francese.
Portatrice di libertà, uguaglianza e fraternità oppure fondamento dell’impero e incapace di risolvere le ingiustizie sociali? Appuntamento giovedì (ore 21) alla Torre di Pascoliana memoria, un evento promosso dall’associazione Sammauroindustria che si ripete da 23 anni grazie alla capacità di unire spettacolarità e alta competenza dei relatori.
A guidare l’accusa sarà il politologo dell’Università di Bologna Carlo Galli, la difesa della Rivoluzione Francese è affidata ad Antonino De Francesco, ordinario di Storia moderna all’Università degli studi di Milano. Presidente del Tribunale Gianfranco Miro Gori, fondatore del Processo e direttore di Sammauroindustria. Il verdetto viene emesso dal pubblico, munito di paletta. Per la storia, anche Giovanni Pascoli “processò” la Rivoluzione Francese negli anni della sua militanza anarchica, quando era giovane studente all’università di Bologna. L’esame era di storia moderna con il professor Francesco Bertolini, tra i massimi esperti della materia del tempo. Il giovane studente si presentò all’esame con una tesina sulla rivoluzione francese, nella quale, da anarchico qual era, formulò una critica da sinistra affermando che aveva tradito le sue promesse di rivoluzione sociale, in sostanza una condanna tout court con tanto di applausi dei presenti. Il professor Bertolini non gradì, asserendo che sarebbe diventato un buon giornalista ma non certo uno storico. Anni dopo tra i due sarebbe arrivato un avvicinamento tanto che Pascoli, in età matura, docente di letteratura all’ateneo bolognese, commemorò Bertolini nel 1909 davanti al feretro.
(ANSA)