Gli Usa forniranno bombe a grappolo all’Ucraina, nonostante i rischi per i civili, che Kiev si è impegnata per iscritto a minimizzare: lo ha confermato il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan in un briefing alla Casa Bianca, sostenendo che la fornitura di queste munizioni “è la cosa giusta da fare ora”.
“Riconosciamo che le munizioni a grappolo creano rischi per i civili e questo è il motivo per cui è stata posticipata la decisione il più possibile.
‘L’Ucraina ha richiesto le munizioni a grappolo per difendere il suo territorio e minimizzerà il rischi per i civili’, ha sottolineato Sullivan, osservando che la Russia le sta gia’ usando per attaccare il territorio ucraino. ‘Il presidente ucraino Zelensky sara’ il benvenuto al vertice Nato di Vilnius’ ha concluso Sullivan che si è detto fiducioso che la Svezia entri nell’alleanza in un futuro non troppo lontano’.
“Un tempestivo, ampio e più che necessario pacchetto di aiuti alla difesa dagli Stati Uniti. Siamo grati al popolo americano e al presidente Joseph Biden per i passi decisivi che avvicinano l’Ucraina alla vittoria sul nemico e la democrazia alla vittoria sulla dittatura. L’espansione delle capacità di difesa dell’Ucraina fornirà nuovi strumenti per la liberazione della nostra terra e per avvicinare la pace”. Lo scrive su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Il presidente americano Joe Biden ha confessato in una intervista alla Cnn di aver preso una decisione “molto difficile” ma ha aggiunto che l’Ucraina, a corto di munizioni, le chiedeva e ne aveva bisogno. Il presidente ha precisato che c’era anche la raccomandazione favorevole del Pentagono.
Joe Biden rompe dunque gli indugi e autorizza l’invio delle controverse munizioni a grappolo a Kiev, ignorando l’imbarazzo di alleati come Germania e Francia, gli appelli degli attivisti per i diritti civili e la minaccia di Mosca: “sarebbe una pericolosa escalation”, ha tuonato l’ambasciatore russo all’Onu Vasily Nebenzya, dimenticando che l’esercito di Mosca le utilizza già dall’inizio del conflitto. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, è contrario all’uso di munizioni a grappolo. Lo ha affermato il suo vice portavoce Farhan Haq durante una conferenza stampa, secondo quanto riportato da Cnn. “Il Segretario generale sostiene la Convenzione sulle munizioni a grappolo (Ccm) e desidera che i Paesi rispettino i termini di tale convenzione”, ha affermato Haq. “Quindi, di conseguenza, ovviamente, non vuole che ci sia un uso continuato di munizioni a grappolo sul campo di battaglia”, ha aggiunto. Usa, Ucraina e Russia non aderiscono alla convenzione che proibisce l’utilizzo e trasferimento di tali munizioni
La decisione statunitense- anticipata dai media – è legata, come confermato dal Pentagono, ad un nuovo pacchetto di aiuti da 800 milioni di dollari che include anche veicoli corazzati Bradley e Stryker, proiettili per obici e i sistemi missilistici di artiglieria ad alta mobilità (Himars). La motivazione della decisione è la carenza di munizioni tradizionali occidentali e dai timori sul ritmo della controffensiva ucraina, che procede più lentamente della attese. Ma le ‘cluster munition’ restano oggetto di polemiche, anche se gli Usa – come la Russia e l’Ucraina – non sono tra i 123 Paesi firmatari della convenzione che le vieta per la loro pericolosità: queste munizioni infatti rilasciano sotto-munizioni più piccole che possono rimanere inesplose a lungo e mettere quindi in pericolo i civili, soprattutto i bambini, che spesso scambiando i pericolosi cilindri colorati per giocattoli. La convenzione fu firmata a Oslo nel 2008 per mettere al bando qualsiasi produzione e uso di munizioni a grappolo. A dare slancio alla campagna fu la guerra in Libano del 2006, dove l’Onu stimò che sino al 40% di questo tipo di ordigni sganciati da Israele erano rimasti inesplosi.
Gli alleati di Washington hanno reagito con prudenza, senza criticare la decisione Usa. Parigi e Berlino hanno spiegato che non seguiranno la mossa di Biden citando la convenzione che hanno sottoscritto. “La Germania ha firmato la convenzione, per noi non è un’opzione”, ha commentato il ministro della difesa tedesco Boris Pistorius. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha osservato che l’Alleanza “non ha una posizione sulle munizioni a grappolo: molti alleati hanno firmato la convenzione che le vieta, altri no. Sono i singoli alleati a decidere che armi inviare: la Russia usa le munizioni a grappolo per invadere l’Ucraina, Kiev per difendersi”, ha precisato. Gli attivisti per i diritti umani sono stati piu’ espliciti e organizzazioni come Human Rights Watch hanno esortato gli Usa ad astenersi dall’inviarle e la Russia e l’Ucraina a “smettere immediatamente” di usarle. Biden ha dovuto comunque aggirare una legge statunitense che proibisce la produzione, l’uso o il trasferimento di munizioni a grappolo con un tasso di fallimento superiore all’1%. Un portavoce del Pentagono, il generale Patrick Ryder, ha preannunciato che gli Stati Uniti “selezioneranno attentamente” le munizioni a grappolo per l’Ucraina in modo che abbiano un tasso di errore del 2,35% o inferiore, riferendosi alla percentuale di sotto-munizioni trasportate da ogni proiettile che possono restare inesplose. Biden ha preso una decisione dolorosa ma pragmatica di fronte al fatto che le munizioni tradizionali scarseggiano, rischiando di compromettere la controffensiva di Kiev e quindi anche le prospettive di pace. In questo contesto la Casa Bianca ha preso in considerazione anche l’approvazione del sistema missilistico tattico a lungo raggio Atacms, che ha una gittata di circa 300 km, sufficiente per colpire obiettivi russi molto dietro le linee del fronte, anche in Crimea da dove partono gli attacchi con droni di fabbricazione iraniana. La Ue intanto accelera verso l’approvazione di un accordo da 500 milioni di euro per rafforzare la produzione di munizioni e missili per l’Ucraina.
(ANSA)