La Commissione Europea “ritiene che l’Italia abbia compiuto progressi limitati per quanto riguarda gli elementi strutturali delle raccomandazioni di bilancio formulate dal Consiglio il 14 luglio 2023 e invita pertanto le autorità italiane ad accelerare i progressi“, il deficit nominale “sarà al 4,4% del Pil nel 2024, al di sopra del valore di riferimento del trattato pari al 3% del Pil, e il rapporto debito pubblico/Pil al 140,6% del Pil nel 2024, al di sopra del valore di riferimento del trattato del 60% del Pil, ma 6,5 punti percentuali al di sotto del rapporto di fine 2021” e il Governo italiano, nel mese di ottobre 2023, “ha adottato un decreto legislativo che prevede un primo passo attuativo nella riduzione della tassazione sul reddito per i redditi medio-bassi, unendo il primo e il secondo scaglione fiscale con un’aliquota fiscale più bassa e rivedendo le detrazioni fiscali sui redditi superiore a 50mila euro, che al momento è legiferato solo per l’anno 2024. Questi interventi, compresa la revisione delle detrazioni fiscali, hanno una portata piuttosto limitata e non affrontano l’erosione della base imponibile, che è stata ulteriormente ridotta lo scorso anno con l’estensione del regime fiscale forfettario per i lavoratori autonomi”.
Con queste parole Straburgo ha manifestato la propria opinione sul documento programmatico di bilancio dell’Italia per il 2024 che non è ritenuto “pienamente in linea con le raccomandazioni del Consiglio”. In questo giudizio negativo l’Italia è in compagnia di altri otto Paesi dell’area euro: Austria, Germania, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Olanda, Portogallo e Slovacchia. Sfiorano la bocciatura Francia, Belgio, Finlandia e Croazia mentre i promossi sono invece Cipro, Estonia, Grecia, Spagna, Irlanda, Slovenia e Lituania.
Di fatto la manovra economica per il 2024, secondo la Commissione Europea, non rispetta il limite di aumento della spesa primaria netta al +1,3% dal 2023 al 2024, come più volte raccomandato dal Consiglio Europeo, a causa principalmente dell’effetto “Superbonus” e della classificazione contabile che i relativi oneri hanno avuto sui conti pubblici del 2023.
La Commissione Europea nel 2024 “procederà sulle procedure per deficit eccessivo sulla base dei dati effettivi del 2023” e l’Italia, se non vuole rischiare di incappare in procedure di infrazione “dovrà riportare in linea il deficit nominale e quello strutturale”, delineando con precisione un “periodo di consolidamento fiscale”.
(Pubblicato il 21.11.2023 su La Tribuna di Roma)