Zuncheddu: ergastolo sospeso. Lascia il carcere dopo 33 anni

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«Non vedo l’ora di spostarmi da qui, perché il carcere non lo voglio più vedere e sono molto contento di lasciarlo dopo quasi 33 anni che sono stati lunghissimi. Non so cosa farò adesso, ora sto pensando solo alla libertà e a non tornare mai più in cella. Aspetto il giorno della sentenza per arrivare a quella verità che ho sempre dichiarato e chiesto. Voglio il riconoscimento della mia innocenza prima di morire», dice Beniamino Zuncheddu all’uscita dalla casa circondariale di Uta (Cagliari), dopo l’accoglimento da parte della Corte d’appello di Roma della richiesta di sospensione dell’esecuzione della pena avanzata dal suo avvocato Mauro Trogu.

Zuncheddu, che si è sempre proclamato innocente, stava scontando l’ergastolo per il triplice omicidio di Gesuino Fadda, di 56 anni, il figlio Giuseppe Fadda di 24 e Ignazio Puxeddu avvenuto a Sinnai (Cagliari) nel 1991.

Al momento Zancheddu esce dal carcere solo la mattina per lavorare in attesa della sentenza da parte della Corte d’assise d’appello di Roma, dove è in corso il processo di revisione, che potrebbe portarlo alla libertà definitiva.

Ad aspettarlo all’uscita dal carcere, insieme alla sorella alla sua datrice di lavoro e a numerosi compaesani di Burcei (Cagliari), c’era anche la Garante regionale per i diritti dei detenuti della Sardegna, Irene Testa, da sempre convinta sostenitrice della sua innocenza.

«Dopo 33 anni, oggi, finalmente, è un giorno importante ma adesso ci aspettiamo una assoluzione piena», dice la Testa.

La svolta era arrivata in una delle ultime udienze quando il testimone oculare Luigi Pinna ha ammesso di aver mentito, convinto dal sovrintendente di Polizia, Mauro Uda a dichiarare il falso.

Il teste «in sede di revisione ha dichiarato che l’assassino non aveva la calzamaglia (il che dovrebbe dunque avergli consentito di vederlo in volto), ma ha poi invece affermato il contrario e infine ha sostenuto che all’epoca in realtà non aveva riconosciuto l’aggressore, ma che l’allora ispettore di Polizia Uda Mario gli fece vedere la foto di colui che a suo giudizio era il vero colpevole e lo convinse ad accusare Zuncheddu Beniamino sostanzialmente “sulla fiducia”», si legge nell’ordinanza di scarcerazione.

Le prossime udienze del processo di revisione, davanti alla Corte d’Appello di Roma, saranno il 30 novembre, il 12 e 19 dicembre quando il processo verrà chiuso con il pronunciamento della sentenza definitiva.

(Pubblicato su La Tribuna di Roma il 27.11.2023)

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