Il 4 marzo, con un’enorme maggioranza di 780 voti favorevoli e solo 72 contrari, il Parlamento riunito in forma plenaria al Congresso di Versailles ha approvato l’introduzione nella Costituzione della “libertà garantita alle donne di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza” (IVG). La revisione costituzionale è stata votata dal 92% dei parlamentari, con un chiaro consenso alla riforma.
Alla Camera, la riforma ha ottenuto 505 voti favorevoli e solo 26 contrari, con una percentuale di approvazione del 95%. Al Senato, 275 senatori hanno convalidato la revisione contro soltanto 46 contrari, raggiungendo una maggioranza dell’86%. Anche se alcune opposizioni e astensioni sono emerse all’interno di alcuni gruppi politici, la maggior parte degli eletti hanno sostenuto la riforma.
Nonostante la forte adesione politica alla riforma, esiste comunque una minoranza in Francia che si oppone all’IVG e che continua a difendere i valori tradizionali legati alla Chiesa cattolica. La Conferenza Episcopale Francese ha persino indetto una giornata di digiuno e preghiera per chiedere che i francesi possano “riscoprire il gusto della vita” e difendere la sacralità della vita umana.
Diversi esponenti religiosi e gruppi cattolici hanno sostenuto la posizione contraria all’aborto, promuovendo la tutela dei diritti delle donne e dei bambini. Tuttavia, nonostante le divergenze di opinione, la maggior parte della popolazione francese sembra favorevole all’introduzione della libertà di scelta per le donne in merito all’IVG.
In un’epoca in cui i diritti umani universali sono un tema centrale, la questione dell’aborto resta comunque complessa e polarizzata, con punti di vista contrastanti che riflettono le diverse sensibilità presenti nella società francese.
(Pubblicato su La Tribuna di Roma il 9 marzo 2024)