Cos’è la meditazione?

La parola “meditazione” è spesso fraintesa. Mentre tutte le grandi tradizioni spirituali del mondo sono nate dall’esperienza meditativa, nel tempo la pratica della meditazione è stata trascurata. “Meditazione” è diventata una parola senza una chiara definizione o significato.

Potremmo comprendere meglio la meditazione attraverso l’uso di una similitudine. Quando la turbolenza delle onde e delle correnti sotterranee rende difficile scrutare sotto la superficie di uno specchio d’acqua, allora ciò che si trova al di sotto rimane sconosciuto. In quei momenti, anche se il bel corallo scintillasse sul fondo, o il letto dell’acqua fosse cosparso di gioielli, questi tesori sarebbero oscurati. La vista sarebbe bloccata dalle increspature e dalla nuvolosità dell’acqua.

La mente umana individuale è come un corpo d’acqua. La coscienza, l’Atman, è un gioiello che risplende all’interno. Conoscere il gioiello della coscienza significa raggiungere la meta più alta della vita, eppure la mente rimane sballottata e voltata. Per la maggior parte delle persone non esiste un metodo sistematico per comprendere la propria mente o per calmarne i disturbi. Di conseguenza la bellezza illimitata della vita umana rimane non ricercata, e quindi sconosciuta.

La meditazione non è principalmente un metodo di contemplazione o di preghiera. C’è una linea di demarcazione sottile e sottile tra meditazione, contemplazione e preghiera. Nella meditazione la consapevolezza è focalizzata interiormente. Questa focalizzazione dell’attenzione segue un percorso sistematico dalle parti più esterne della propria personalità, il corpo e i sensi, a quelle più intime, la mente stessa. Percorrendo il sentiero regolarmente, la via diventa familiare e la mente si calma e si purifica. Allora la luce interiore del Sé comincia a risplendere spontaneamente e la vita diventa una poesia e una canzone.

La meditazione è un metodo esperienziale. Chi pratica la meditazione non diventa né schiavo dell’autorità né pedina negli eventi del mondo esterno. Invece, la meditazione permette all’individuo di pensare e agire dalla propria risorsa più creativa, il centro del proprio essere. Attraverso la quiete, la respirazione diaframmatica, il rilascio delle tensioni muscolari, la consapevolezza del respiro e, infine, il riposo della mente in un focus interno, il meditatore raccoglie l’esperienza della propria essenza. Pensare, parlare e agire da questa prospettiva interiore dà alla vita un nuovo significato dinamico.

La parola “meditazione”, quindi, è in realtà un po’ come la parola “medico”, che significa “assistere”. Per meditare, bisogna imparare a prestare attenzione a qualcosa con piena devozione e impegno. Coltivando l’attenzione, allenando la mente, si può cominciare a comprendere sistematicamente l’intero processo del viaggio interiore. Basta imparare a stare fermi fisicamente, ad avere un respiro sereno e una mente calma.

~ Swami Rama, “Japji: meditazione nel sikhismo”