C’erano due donne» ci raccontò un giorno il Maestro «che avevano l’abitudine di lasciare aperta la loro auto anche quando la lasciavano parcheggiata per strada. Dissi loro: “Dovreste essere più pratiche. Specialmente nei luoghi pubblici, potrebbero esserci in giro dei ladri”.
«”Dov’è la vostra fede in Dio?” mi chiesero loro con leggerezza.
«”Io ho fede in Dio” risposi “ma non mi aspetto che Lui faccia tutto per me: sarebbe presuntuoso! Dovreste fare affidamento anche sul vostro buonsenso”.
«Beh, non mi ascoltarono e continuarono a lasciare l’auto aperta. Un giorno acquistarono diversi quadri molto costosi e li lasciarono incustoditi sul sedile posteriore dell’auto. Quando tornarono, scoprirono che i quadri erano stati rubati. Ne furono molto turbate. Quando mi videro, mi raccontarono la loro “tragedia”.
«Io dissi loro: “Forse adesso comprenderete l’importanza di cooperare con la Grazia di Dio. Ricordatevi che cosa disse Gesù nel deserto, dopo che Satana lo tentò affinché si gettasse dal pinnacolo del tempio di Gerusalemme, solo per dimostrare che Dio lo avrebbe protetto: ‘È stato detto: non tenterai il Signore Dio tuo’. In futuro, state più attente e non ‘tentate’ Dio: cioè, non chiedeteGli favori quando potete facilmente arrangiarvi”».
C’è un’altra interessante considerazione a proposito di questa storia: riguarda il turbamento di quelle donne per la perdita dei loro quadri. Il loro dispiacere indica, ovviamente, un attaccamento emotivo. Tuttavia, affinché la fede sia vera, è necessario mettere ogni cosa nelle mani di Dio, non solo la sicurezza dei propri averi. Bisogna essere assennati, ma al tempo stesso privi di attaccamento. La vera fede in Dio è incondizionata; le sue conseguenze non turbano mai la mente. Il Maestro, quindi, insegnava sempre l’importanza di combinare buonsenso ed equanimità.
(Dalle memorie di Swami Kriyananda